Torino, Circolo dei Lettori, 8 giugno 2017. “Il Flowers Festival è una bella e lunga storia, non affatto scontata”. Così esordisce il sindaco di Collegno, Francesco Casciano, sede della manifestazione estiva ospitata all’interno della Certosa, ex manicomio.

Si legge orgoglio negl’occhi degli organizzatori. Orgoglio per essere riusciti a presentare un cartellone di concerti con musicisti che, prevalentemente, rappresentano la “nouvelle vague” italiana. Si perché c’è musica nuova nell’aria, e questa musica riempie piazze, stadi e palazzetti. Un nome per tutti: i Thegiornalisti. Un altro? Brunori sas. Se volete consultare l'intero programma del Festival cliccate qui.

Ma Flowers Festival non è solo musica. E’ un evento culturale ampio che si pone l’obbiettivo di unire musica, arte e cultura attraverso mostre, reading tematici ed esibizioni, ricordando la prima apertura nel 1977 del muro che circondava l’ospedale Psichiatrico (il manicomio) di Collegno. Apertura disposta dall’allora sindaco Manzi per consentire l’allestimento e la visione al pubblico di una mostra all’interno della struttura. La cultura spacco’ quel muro aprendo uno squarcio su una realtà che sarebbe poi emersa in tutta la sua evidenza l’anno successivo, con l’approvazione della legge Basaglia

Proprio al 40ennale della Basaglia, che cadrà il prossimo anno, Flowers si sta preparando e sta già guardando anche con l’aiuto del Comune di Torino, della Regione Piemonte, della Fondazione CRT e, soprattutto, di Hiroshima mon amour che, per la parte organizzativa di eventi, ha una storia notoriamente consolidata. Questi ultimi, infatti, si faranno promotori attivi di seminari specifici per formare i nuovi organizzatori di concerti e festival.

In un unico percorso, quindi, si potrà riflettere su 40 anni di questa particolare parte storia italiana attraverso spettacoli e immagini e, soprattutto visitando e vivendo questa immensa struttura che ospitava 5.000 persone. Le storie di queste persone, che tutt’oggi sono tra noi, e che nascondono ricordi di maltrattamenti e torture, di disagio e diversità, di integrazione ed emarginazione, saranno gli elementi su cui saremo portati a riflettere. Un Festival molto articolato, quindi, e che si pone un obiettivo ambizioso: farci pensare e divertire. Irrinunciabile andarci.

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